Paulo Coelho parla del viaggio in questi termini; «Quando si viaggia si sperimenta in maniera molto più concreta l’atto della rinascita. Ci si trova dinanzi a situazioni del tutto nuove, il giorno trascorre più lentamente e, nella maggior parte dei casi, non si comprende la lingua che parlano gli altri. È proprio quello che accade a un bambino appena nato dal ventre materno».
Che dire… è vero. Ogni giorno ci svegliamo e ogni giorno è differente nonostante ci troviamo sempre sulla nostra barchetta. Ci si sveglia in parte aspettandosi già qualcosa di preciso ed in parte sai già che dovrai imparare qualcosa di nuovo, che incontrerai un nuovo amico. Ci dicono che per fare la nostra strada (di cui a dir la verità siamo orgogliosi) ci vuole appena qualche giorno. E’ vero, ma noi, dato che non abbiamo una meta precisa, non abbiamo fretta di arrivare da nessuna parte. Finalmente non siamo turisti ma per una volta nella vita siamo veri viaggiatori, preoccupati dal meteo e non dal tempo.
Ci siamo voluti concedere questa possibilità, a prescindere da tutto. In ogni caso la nostra Gentilina ha avuto ed avrà bisogno di cure costanti (al momento siamo in attesa della pompa acqua del motore, ed anche per questo siamo fermi da tempo). Ne approfittiamo per fare tutti quei lavori che non avremo voglia di fare una volta arrivati in Grecia.
Si, perchè il programma che abbiamo abbozzato prevede la nostra partenza da Brindisi per Otranto venerdì 23 marzo prox. Sarà una tappa tecnica, la mattina successiva ci sveglieremo di buon ora e traverseremo il Canale di Otranto fermandoci in rada ad Erikoussa, nostra prima tappa estera e prima delle Isole Diapontie. Erikoussa, quasi sconosciuta, si chiama così grazie all’abbondantissima Erica, che a primavera fiorisce, e quindi mi pregusto già uno spettacolo pirotecnico di colori! Gli Italiani la chiamarono Merlera nel XVI secolo D.C. E’ stata Veneziana, Francese, Britannica ed infine Greca.
Molti pensieri mi passano per la testa, ma soprattutto immagini. Pensando a questa isola mi viene in mente il Conte di Montecristo, non il libro, bensì il film interpretato da Gerard Depardieu. Quando arriva nuotando sull’isola e scava trovando il tesoro promesso dall’abate Faria, il suo mentore della cella a fianco alla sua nel Castello d’If.
Il nostro tesoro non saranno gemme preziose, dobloni d’oro o gioielli ma qualcosa di intangibile eppure molto più prezioso. La nostra famiglia conoscerà una nuova nascita data proprio dal cambiamento vero e proprio. Al momento, nonostante la nostra rotta ci abbia portato dal Nord al Sud Italia possiamo considerarci ancora in casa nostra.
La Grecia sarà quindi il banco di prova per le nostre prossime avventure marine. Vogliamo riscoprirci bambini per tornare a giocare con i nostri piccoli. Vogliamo riscoprire noi stessi scoprendo insieme le meraviglie dell’ambiente circostante.
In “Mediterraneo”, di G. Salvatores, uno dei miei film preferiti (…e forse un pò anche per colpa sua che abbiamo deciso di andare in Grecia) ad un certo punto il tenente Lorusso dice “Una vita è troppo poco. Una vita sola non mi basta. Se conti bene non sono neanche tanti giorni. Troppe cose da fare, troppe idee. Sai che ogni volta che vedo un tramonto mi girano i coglioni? …perché penso che è passato un altro giorno. Dopo mi commuovo, perché penso che sono solo. Un puntino nell’universo. I tramonti mi piacerebbe vederli con mia madre, e con una donna che amo. Invece le notti mi piacerebbe passarle da solo; da solo, magari con una bella –tr 🙂 censura ia–, che è meglio che da solo.”
Ed ora, una volta pulita, profumata, riassemblata la nostra Gentilina, il progetto Valeila Sail riprende la sua rotta verso sud!
Se qualcuno in ascolto è già stato ad Erikoussa aspettiamo sempre nuovi consigli! Un abbraccio!
…Fuggendo inseguito dalla tigre, l’uomo arriva sull’orlo di un precipizio, si aggrappa a una radice e si lascia penzolare nel burrone. La tigre sopra di lui lo fiuta. Lui guarda in basso e vede un’altra tigre che lo fissa. Allora, lui guarda la radice a cui è appeso e vede che due topini si sono messi a rosicchiarla. Allora lui guarda alla sua destra e vede una minuscola pianta con una fragola, una fragola rossa, matura. Stende la mano e la mangia. La fragola era dolcissima…
La morale che ho tratto da questa famosa storia, per me, è che bisogna vivere nel presente, sul passato non esercitiamo nessun controllo e del futuro non c’è certezza… e per voi?