Mollo tutto e vado a vivere… in vacanza

Nella mia vita ho sempre accettato come buona l’idea delle classiche due settimane a disposizione per fare le vacanze estive/invernali, pensare all’infinito/finito delle nostre esistenze e poi tornare a lavorare come se non ci fosse un domani…

Da quando siamo partiti e abbiamo vissuto in diversi luoghi ho imparato che le vita “dovrebbe” essere sempre una vacanza.

Il che non vuol dire stare sulla spiaggia a prendere il sole e sorseggiare cocktail con ombrellini giorno dopo giorno dopo giorno!

Capire cosa ci piace o cosa vogliamo fare è sempre un processo lento e spesso faticoso. Prima di comprendere qualcosa di sé stessi e della propria vita si procede a tentoni e molti tentativi vanno a vuoto. Infatti non conosco quasi nessuno che ha capito prima dei 30 anni quale sarebbe stata la sua strada e nessuno che sa cosa fare fin dalla nascita.

Ma avvicinandosi sempre di più a sé stessi capita di cominciare ad immaginare un nuovo scenario. Diventa palese che la tua “vita in vacanza” deve essere costruita con impegno e dedizione, spesso lavorando ben di più delle normali ore di lavoro che siamo abituati a fare.

E quando cominci a cercare comincia il tuo viaggio. Un viaggio che ti porterà a fare straordinarie esperienze in solitario e in compagnia, conoscere persone nuove e ti permetterà di accettare il cambiamento.

Capita così che casa non è più un luogo solo. Può essere una città, un piccolo paesino su di un’isola di 4000 persone, la barca di un amico che si sposta per il mondo.

E quando gli altri vedranno la tua “vita vacanza” molti diranno il classico “Bello non fare nulla dalla mattina alla sera eh” ma solo alcuni sapranno quanto può esserti costata in termini di impegno e perseveranza.

E, per inciso, è un bene fare un lavoro che ti piace come se non ci fosse un domani se ti permette di vivere la vita che vuoi fare.

PS. Grazie a Jon per la foto di Gentilina ormeggiata al molo di Lakka 🙂

Il futuro dei nostri figli

Per imparare cose nuove bisogna fare cose nuove

Le frasi che vanno di moda ora per catturare l’attenzione sono più o meno “Fatelo per il futuro dei nostri figli” o “Dona un futuro sostenibile ai tuoi figli” o un più conciso “Agisci ora” e cose così…

No, un attimo, faccio una piccola premessa, un flashback.

Come molti di voi sanno, io, Marina ed i nostri due ragazzi Valerio e Leilani abbiamo vissuto in barca fino ad Ottobre del 2021. A volte è stato bello ed a volte è stata dura ma nel bene e nel male è sempre stata una condizione vissuta appieno, in condivisione da tutti noi cercando di apprendere il più possibile sia durante i viaggi che durante le nostre soste.

In breve decidiamo di fermarci tutto l’inverno a Novara per vari motivi fra cui l’imminente nascita del nostro terzo bimbo, Rune, che arriva proprio il 25 dicembre! Nel frattempo vendiamo la nostra amata Gentilina con lo scopo preciso di prendere una barca che possa contenere tutta la famiglia.

Mano a mano che siamo a Novara, che devo ammettere è una bellissima città, cominciano a sorgere dubbi nelle nostre teste che piano piano si stanno riabituando ai ritmi cittadini. Domande come “Ma siamo sicuri che vogliamo comprare una barca più grande?” o “Ma non sarà pericoloso tornare in barca con un bimbo così piccolo?” oppure “E i bimbi come la prenderanno ad essere di nuovo in giro per una parte dell’anno?”.

C’è da dire che quando decidemmo di partire la prima volta lo facemmo con una buona dose di incoscienza. E tantissimi commenti furono duri da mandare giù come quelli in cui venivamo etichettati come riccastri egoisti che non pensano minimamente al bene dei propri figli.

E qui finisce il flashback e torniamo al motivo per cui scrivo questo articolo. Voglio parlare del futuro dei nostri figli. Nostri inteso come le generazioni che verranno dopo di noi.

L’evoluzione personale è data dalla somma dell’educazione impartita dai nostri genitori, dallo studio e dalle letture ma soprattutto dalla voglia di scoprire il mondo intorno a noi. Va da sé che per scoprire il mondo si rende necessario il viaggiare.

E sapendo questo mi sono reso conto che la vita che abbiamo condotto fino al momento in cui siamo partiti è stata sotto molti aspetti molto più egoistica rispetto alla vita in barca. Vivere in una specie di limbo in cui tutti fanno più o meno le stesse cose ripetute all’infinito altro non è che una semplificazione della nostra società ma tant’è.

Continuiamo a parlare del futuro del pianeta che sarà in mano ai “nostri figli”. E’ incontrovertibile che fino ad ora noi “adulti” siamo stati degli emeriti imbecilli dato che abbiamo portato il pianeta sull’orlo del collasso o forse abbiamo già iniziato a cadere… questo non lo so.

Ma soprattutto non abbiamo ancora capito che continuando a fare le stesse abbiamo addirittura accelerato il processo distruttivo a cui ormai ci siamo abbandonati.

E allora penso “Possibile che io stia insegnando ai miei figli a vivere esattamente come io ho imparato a farlo da tutti i maestri che ho avuto? Come posso fare la differenza? Come posso dare loro un sguardo positivo e la voglia di cambiare veramente il pianeta una volta cresciuti?” e l’unica risposta che mi è venuta in mente è stata di mostrare loro le cose belle.

Questa scelta ha portato da un lato dei benefici e dall’altro degli svantaggi… il tempo ci dirà se i benefici saranno più degli svantaggi. Ma provare a percorrere una strada diversa dalle solite fa paura ed è proprio la paura di sbagliare che ci frena. Fare quello che fanno gli altri per il solo motivo che lo fa la maggioranza dona una stato di ebete tranquillità… “Ah, non so se è giusto ma se tutti fanno così allora lo faccio anche io”.

La scelta che abbiamo fatto sicuramente non è una scelta che tutti possono comprendere e tantomeno condividere ma è una scelta nata dalla necessità di scoprire per imparare cose nuove, rimanere uniti anche se a volte non ci sopportiamo, essere una famiglia di fronte alle sfide che quotidianamente la nostra esistenza pone.

Soprattutto ora che è nato Rune, e dopo aver passato un po’ di tempo sulla terra ferma ci rendiamo conto che il futuro migliore di cui tutti parlano dobbiamo cominciare a costruirlo nella mente dei nostri figli con azioni concrete.

Essere attivi e positivi è faticoso e quindi smettiamo di cantarcela e suonarcela da soli. Sacrificare un po’ della propria tranquillità, della stabilità e del comfort è e sarà, a lungo andare un bene per tutti noi.

L’unica possibile via da percorrere è l’evoluzione e come ho già scritto ci si evolve solo con le nuove esperienze. Evolverci è l’unico modo per salvare il nostro pianeta.

Evolviamoci per il futuro dei nostri figli.

Ci rivediamo presto… in mare

Non è troppo tardi… per ora!

E nel libro che scrivo proprio ora c’è anche la Green Revolution, ma non quella di questi anni in cui tutti si stanno giustamente preoccupando del clima… parliamo degli anni ’40 dell’altro secolo.

Un estratto di “Per sempre Più Uno”

… – “Quante persone sono vissute sulla terra fino ad oggi?” domandò Worthy.

– “Circa 110 miliardi di vite sono passate su questo pianeta.” Rispose il prof. Gupta. “Una risposta semplice ad una domanda difficile. Bada però che è una risposta approssimativa dato che per eseguire il calcolo necessario a risponderti il Prof. Haub, che è il tizio che si è preso la briga di fare questo lavoro, ha preso per buoni i dati sul livello di popolazione di determinati periodi storici come ad esempio la preistoria, il medioevo e gli ha applicato i tassi di natalità stimati proprio su quei periodi.”

Worthy, curioso di natura era molto interessato alla storia dell’umanità e continuò a domandare “E adesso quanti siamo al mondo?”

– “Siamo più di Sette miliardi e mezzo, persona più persona meno. E pensa che solo 50 anni fa la popolazione mondiale era la metà rispetto ad oggi.”

– “Perché oggi siamo così tanti di più?”

– “Beh, a causa di tanti fattori. Innanzitutto le condizioni igieniche sono migliorate enormemente nel corso degli ultimi anni e grazie ai progressi della medicina il tasso di mortalità è molto più basso. Sai cos’è la Green Revolution?”

– “No.” rispose Worthy

“La Green Revolution comincia negli anni Quaranta del secolo scorso e rivoluziona l’agricoltura sperimentando tecniche innovative per creare specie di piante più resistenti e produttive. Con questa bella rivoluzione verde molte più persone hanno avuto la possibilità di mangiare meglio e di più, cosa che le ha sicuramente fortificate. Il rovescio della medaglia è che ogni anno sempre più terreni boschivi devono essere convertiti a terreni che possano ospitare le coltivazioni per poter sfamare sempre più persone. “…

E qui mi chiedo se mai troveremo la giusta misura fra noi e le natura o se il nostro pianeta dovrà pensare da solo a risolvere ciò che oggi è palesemente il più grosso problema al mondo; la riduzione ai minimi termini della risorse della nostra Terra.

“Quando togliamo qualcosa alla terra, dobbiamo anche restituirle qualcosa. Noi e la Terra dovremmo essere compagni con uguali diritti. Quello che noi rendiamo alla Terra può essere una cosa così semplice e allo stesso tempo così difficile come il rispetto.” Prov.

Non è troppo tardi.

Promesse da Marinaio Itaca, Gatti Imbragati e Furiosi Suricati

Benvenuti a Promesse da Marinaio! In questa video serie incentrata sul Vivere in Barca ti mostrerò gioie e dolori della vita a bordo giorno per giorno raccontata come in un diario. Nell’episodio precedente ci siamo salutati lasciando Astakos e il suo poor wifi signal e Myticas con le sue belle taverne.

In questo episodio invece ci dirigiamo verso la casa di Odysseio, Itaca, isola ricca di fascino e mistero. Dopo essere entrati nel canale della baia con un gatto Vicky imbracato più per evitare il rollio che per reale necessità, ormeggiamo a Vathy.

Proprio a Itaca incontriamo una coppia di gommonauti appena sposati dal Pope, spendiamo “addirittura” 13 euro per l’ormeggio in banchina.

Dato che il tempo pare volgere al peggio decidiamo di affittare due motorini e andare a scoprire l’isola… partiamo da Vathy e andiamo verso baia Sarakiniko e subito dopo arriviamo a spiaggia Filiatro. Perdiamo due preziosissimi Euro e dopo un consiglio per l’acqua dopo la disavventura dell’autoclave procediamo. Una rapida puntata a Nord ci porta in vetta fino ad arrivare al paesino di Stavros in cui abbiamo cercato di mangiare ma forse, dato il nostro aspettato non proprio pettinato abbiamo avuto poca fortuna…

La mattina dopo dobbiamo consegnare gli scooter ma io e marina decidiamo di spremere l’ultima ora e andiamo a vedre le Cave delle Ninfe anche se sono chiuse al pubblico ma il cancello è aperto…

Osserviamo poi la danza del velista/motoscafista/catamarinista Suricato (il Suricato è verosimilmente una specie presente su tutte le imbarcazioni)… che cosa sono i Suricati in barca te lo spiego proprio qui… guarda il video!

Nel prossimo episodio torniamo dai porcelli di Atokos, facciamo altri incontri e ci giunge una notizia per la quale cominceremo a salire verso l’Italia!

Cosa c’è di meglio di vivere in barca direte voi… beh, quando mi chiedono come faccio a vivere in barca a vela che paragonata ad una casa di medie dimensioni è grande come una sola stanza rispondo sempre che in realtà io vivo al mare, la barca è il mezzo che mi permette di stare a contatto con la natura!

Ma non sono solo rose e fiori, albe e tramonti dorati, pesca alla traina, big catch, dormite sotto le stelle, belle veleggiate e mangiate da re… c’è anche il rovescio della medaglia in barca a vela. E che rovescio! Come tutti gli armatori ben sanno possedere una barca è un onere mica male sia a livello di tempo che economico.

Proprio per questo motivo chi vive in barca cerca sempre di fare quanti più lavori in solitaria riesce da veri liveaboard. Ma ci vuole tempo e spesso le parti nuove costano lo stesso molto.

A Presto e Buon Vento

Promesse da Marinaio 003 Paxos Lefkas Kastos…

Benvenuti a Promesse da Marinaio! In questa video serie incentrata sul Vivere in Barca ti mostrerò gioie e dolori della vita a bordo giorno per giorno raccontata come in un diario.


In questo terzo episodio partiamo da Paxos per il Sud… ma dove ci dirigiamo? Beh, sicuramente dobbiamo passare Lefkas e quindi vi racconto di come arrivare ed attraversare il canale di Lefkas, della Santa Maura, la chiatta ponte di ferro che collega la terra all’isola di Lefkas. Marina vi racconta esattamente come comportarsi in dirittura di arrivo del ponte.


Per gli spostamenti diurni abbastanza lunghi bisogna organizzarsi abbastanza bene con i ragazzi altrimenti si stufano e quindi giochi in scatola, scherzi e libri game.


Arriviamo a Ormos Varko, la spiaggia del Grano. Notte in rada e alla ripartenza vento zero…


Formikoula è un’isola deserta dove mi sarebbe piaciuto girare un mio programma ma scopriamo che ad Agosto non è così deserta! Un pò di pesca alla traina ma con scarsi risultati.


Amici che troviamo per strada e amici misteriosi che ci salutano ma che non conosciamo!


Un pò di programmazione sul portolano. Intanto ci fermiamo a Kastos in rada e i nostri vicini sono i reali di Spagna.

Incontriamo le famose capre selvatiche e le riprendiamo mentre saltano e provocano frane.


Un pò di come cucinare zuppa di fagioli patate e cipolle e insalata di foglie di capperi.

Ripartiamo da Kastos e ripartiamo Astakos! Al prossimo episodio!