Traversata Atlantica – Atlantic Crossing 2018

Come molti di voi già sapranno, dopo la potente tempesta passata l’08 Settembre qui su Gentilina abbiamo deciso di dotarci di alcune attrezzature e fare alcuni lavori indispensabili. Il giro originale avrebbe previsto una fugace messa a punto della barca con corsa verso le Canarie…

…posso dire di essere contento di aver deciso con Marina di non aver proceduto in questo modo. Il tempo è stato veramente pessimo quasi ovunque e probabilmente avremmo perso molto del nostro entusiasmo lungo il cammino verso le isole spagnole..

Così, al posto di raffazzonare dei lavori per poi doverli rifare abbiamo felicemente concordato che Corfù sarà la nostra casa per questo inverno. Qui abbiamo tantissimi amici e tante cose da fare quindi è la decisione giusta.

Da dicembre cominceremo a rinnovare Gentilina e a dotarla ad esempio di una stay sail con relativo strallo, check del motore, dell’elettronica etc.. quindi gli articoli saranno un pò più tecnici. Nel frattempo produrremo i video da Giugno fino a Novembre 🙂

Cosa sta succedendo intanto in casa Valeila? Presto detto!

In occasione del viaggio intorno al mondo di un nostro caro amico Norvegese, Thomas, che troverete su Youtube QUI, ho deciso di aggregarmi a lui per un piccolo tratto di circa 4000 miglia (7500km e fischia), dalla Spagna a Gibilterra, poi le Canarie ed infine St. Lucia e Martinica, da cui ritornerò in aereo il 23 dicembre.

Ciò mi darà non solo la possibilità di sperimentare in prima persona le condizioni di una traversata atlantica ma anche di impratichirmi sulla Be Free, che è un Bavaria 55 (nella foto seguente), una barca più grossa della nostra amata Gentilina.

..Posso così già dire che il mio compleanno, 40 anni il 24 dicembre sarà particolare, perchè dopo una quarantina di giorni di vela lo passerò sulle ali di un aeroplano!

Da un lato sono un pò scosso perchè lascio Marina ed i ragazzi (..anche se so che non sono mai soli dato che la nostra vita scorre all’insegna della famiglia e delle amicizie)  per circa un mese e mezzo, ma dall’altro sono contento perchè loro saranno al sicuro.

L’esperienza della prima traversata di un Oceano è unica. Ho quindi deciso di pubblicare degli aggiornamenti giornalieri che vi terranno aggiornati sul mio nuovo viaggio!

Sabato tornerò a Novara per alcuni documenti di cui necessito e, dal 15 novembre comincia l’avventura!

Come al solito vogliamo i vostri commenti e soprattutto i suggerimenti di chi ha già fatto questa esperienza marina..

Tempesta in Mare ! Storm at Sea! Valeila Sail Episodio 018

Il nostro Diciottesimo episodio è un pò diverso dagli altri. Qui infatti troverete il racconto  del nostro sfortunato/fortunato incontro con una tempesta l’08 Settembre al largo di Egina.

L’esperienza che abbiamo fatto è stata agghiacciante ma assieme meravigliosa, un evento primitivo che ha smosso per un attimo qualcosa di sopito e addormentato da lungo tempo dentro di noi.

Non vi sto augurando che vi capiti una situazione simile o forse si, perchè in un certo qual modo la consapevolezza dei propri limiti si palesa in tutta la sua concretezza, e la paura di non essere all’altezza rimpicciolisce fino a rincantucciarsi in un angolino lasciando in verità un sapore dolce per aver stupito se stessi..

 

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Buon vento!

Un viaggio pre Gentilina..

07.08.2017 Novara – Bergamo – Napoli – Agropoli e ritorno..

Sveglia alle 4.00am. Io e Marina, coscienti come zombies appena prima di essere resuscitati, saltiamo in macchina e passiamo a prendere Cinzia e Pietro per essere ad Orio al Serio alle 6.00am. Arriviamo al parcheggione esterno all’aeroporto e cerchiamo un buco a forma di vettura.  Corsa al Check-in, ok, biglietti a posto, si parte. Decolliamo e, nemmeno il tempo di salire in quota che siamo già a Napoli.

Posti separati sull’aereo. Così io esco dalla coda e Marina con Cinzia da metà aereo. Essendo sceso prima mi apposto per fare loro una bella ripresa stile capo di stato… ma non mi accorgo del super tamarro spaziale dall’infinito ed oltre che, simpaticamente, mi intima già incazzato di procedere. Lo guardo dritto negli occhi e mi perdo per un istante nella vacuità del suo sguardo chiedendomi se vale la pena di spiegargli che sto solo riprendendo mia madre e la mia ragazza… ma ci provo lo stesso. Dopo la mia breve spiegazione anche lui non vuole mollare e mi raccomanda caldamente di lasciare immediatamente la pista (casomai un aereo dovesse atterrare proprio li dove siamo noi..) altrimenti si vedrà costretto a chiamare la polizia. Al mio “E chiamala.. ma levati e fammi fare ‘sta ripresa” il tamarro “se ne esce pazzo”. Comincia letteralmente a gridare , si sbraccia, chiama a raccolta tutti i santi che gli vengono in mente con particolare riferimento a San Gennaro, e comincia a correre sul posto… evidentemente qualunque cosa avesse preso la sera prima stava spingendo ancora a piena potenza.. Va beh, morale della favola, mi sbarazzo del tamarro invitandolo scherzosamente a rientrare nella piega spazio tempo da cui è uscito e porto a casa seppur con fatica  la mia ripresa da cinque secondi. E benvenuti!

Corriamo a prendere la macchina, non senza prima aver preso un caffè! Dall’aeroporto prendiamo la strada per Agropoli, luogo in cui troveremo ad attenderci Pino con la sua barca.

Ma prima, dato che questi luoghi fanno da sempre parte della mia infanzia e di mia sorella Eleonora, ci prendiamo una pausa in riva al mare. Che bei posti, Marina di Camerota, Battipaglia, Palinuro. E che ricordi.. le frittellone zuccherate alla mattina in spiaggia, i miei che ci portano in giri infiniticon il gommone Mago e l’odore della miscela del nostro mitico Evinrude 18cv, il “Nocciolì” con le sue noccioline, le lamparate notturne, io ed Ele arrampicati sugli scogli, l’isola del Coniglio e i nostri amici di Salerno!

Comunque, senza farmi prendere dalla nostalgia per quegli anni lontani ma sempre vivi nella memoria, arriviamo alla barca, una bella Jeanneau Voyage 12.50, una signora barca. Conosciamo l’armatore, molto simpatico, ed usciamo subito in mare. Purtroppo quel giorno la barca non ne ha voluto sapere e piccole magagne si sono succedute una dietro l’altra. Insomma, la barca non ci ha voluto! Non le siamo proprio piaciuti. Facciamo un bagno per dare un occhio alla carena. Devo proprio dire che l’armatore l’ha tenuta molto bene durante gli anni. Ma ci sono quei giorni dove non funziona nulla in barca, e noi siamo capitati male! Bella barca però!

 

Torniamo in porto, e decidiamo di andare prima in spiaggia e poi a mangiare una pizza.

Dopo esserci salutati rifacciamo il percorso all’inverso fino a Napoli Aeroporto dove consegniamo la vettura. Sulla pista di decollo immagino già la nuova scena del tamarro urlante ma non lo vedo da nessuna parte… chissà quanto si incazzerà il sopracitato se mai dovesse riconoscersi nella storia..  ma credo esista solo una remota possibilità che ciò possa capitare.

Una volta a casa mi sono sentito sollevato. La vela appena visitata non era di sicuro nel nostro destino. Dalla vela al panfilo, passando per la gondola, la chiatta e la canoa, tutte le barche parlano. E Gentilina mi aveva già sussurrato le parole più dolci che un aspirante marinaio diportista possa sentire.. “Scelgo voi”..

 

tratto dal Diario di Bordo di Gentilina “Il nostro anno blu”…

 

Valeilasail compie un anno!

Eh già.. un anno è passato. Se chiudo gli occhi è ancora la notte del 14 Settembre 2017, quando abbiamo caricato la macchinina del nonno, unica con il portapacchi, e siamo partiti alla volta di Rimini, pieni di paure, dubbi ma anche con la meraviglia nel cuore per essere stati in grado di prendere una decisione così difficile, lasciare la nostra gabbia e volare fuori in cerca di chissà che cibo o quale riparo misterioso.

E così si parte! Mi ricordo che una volta in macchina abbiamo smesso di chiacchierare, ognuno assorto nei propri pensieri.. Ma tant’è, ormai è fatta e non ci si può più voltare indietro.

Arriviamo a Rimini in mattinata, parcheggiamo di fronte alla Darsena e raggiungiamo Gentilina a piedi. Cominciamo a scaricare borse dalla macchina ed a trasferirle in barca. Una volta finito il trasbordo si va subito al supermercato per riempire la cambusa. E poi la sofferta decisione di non fare rotta sulla Sardegna ma di andare a Porto Levante (…e mai decisione fu migliore di questa ultima).

La notte non dormii nemmeno un secondo. Il caldo, i pensieri, una vera e propria sofferenza. Ma non posso dire che sia stato un brutto momento, anzi, potevo sentire il grande cambiamento arrivare per la prima volta. La mattina successiva dopo un bacio alla mia bella si mollano gli ormeggi e via…

Questo è stato l’inizio del nostro viaggio.

Cosa è successo in un anno?

Personalmente mi sono accorto che circa l’80% di ciò che ho imparato in tutta la mia vita non è servito praticamente a nulla. Ho dovuto reinventarmi ed imparare giornalmente a muovermi in questo nuovo ambiente marino, fatto di acqua e vento, ma anche di motori, cavi, cime e vele.

Gentilina è stata ed è un’amate gelosa, e si impara veramente un pò di tutto, non roba che potrebbe servire in teoria, solo roba che serve veramente.

Abbiamo preso bonacce, tempeste da 70 nodi, abbiamo preso onde di 5 metri, abbiamo strappato vele, rotto attrezzature, incrinato metalli. Abbiamo fatto errori madornali. In poche parole ho imparato a fidarmi della mia barca. E’ solida, è una barca a tutta prova, ed è quasi trenta anni che è in mare. Mi considero un audace, e la fortuna aiuta gli audaci.

E soprattutto ho imparato a fidarmi di Marina, che oltre ad essere mamma e fidanzata, sta diventando una marinaia ardita. Insomma, è una femmina con la F maiuscola. In situazioni al limite decidiamo cosa fare in un istante e poi solo azione. Abbiamo passato momenti magici al tramonto insieme e momenti terribili sferzati dal vento e dall’acqua.

Lo stesso posso dire per i ragazzi, il nostro equipaggio. Valerio è cresciuto più un anno in barca che cinque a Novara. Sa cosa fare e come farlo al momento giusto. E’ un ragazzo che conosce cose che in città sono impossibili da imparare.

Leilani ha praticamente passato metà della sua vita cosciente sulla barca. Basta dire che dopo l’ultima tempesta, noi bagnati e distrutti, salta fuori dalla camera (dopo aver visto la testa d’albero di Gentilina a due metri dall’acqua…) e con la sua vocina ci guarda e dice “Mamma, ho fame. Quando si mangia?” 🙂

I nostri gatti sono vivi e sono più contenti dell’appartamento di prima. Pacho è diventato un gattone esploratore e Vicky protegge la sua Gentilina dagli altri animali.

Ho imparato a stare sul chi vive per più di due mesi di fila alla fonda, ascoltando la voce del mare, della barca, del vento e dell’ancora.

Abbiamo fatto quasi 4.000 chilometri in barca, più di 2.000 miglia nautiche che non sono tante, ma abbiamo potuto assaporare culture millenarie uniche, quella Italiana e quella Greca, in attesa di muoverci in altri luoghi pronti per essere esplorati. Siamo stati in isole deserte, in città, in spiagge e sotto scogliere. E tutto questo movimento assume una sfumatura magica dopo un pò. Muoversi con il vento, con gli elementi naturali è come ballare sulle note di una musica misteriosa ma allo stesso tempo eccitante. Sapere di essere in grado di danzare in tutte le condizioni è il nostro premio, l’esperienza fine a se stessa.

Nella mia testa intanto..

Ho scoperto che non ho grandi necessità, solo grandi desideri e poco tempo per compiere tutto ciò che mi sono prefisso di fare prima di morire.

Di cosa hai bisogno realmente una volta che sei seduto in spiaggia, sulla riva del mare a contemplare quanto sei uguale a tutto il resto dell’Universo?

Ho scoperto che se svegliandoti decidi che la giornata sarà una bel giorno per vivere essa sarà proprio così e se invece penserai che quel giorno non valga la pena viverlo sarà ancora così. Siamo causativi.

Ho immaginato che la salvezza del mondo passi attraverso la preservazione di ciò che ci circonda, che la Natura è sempre stata li per noi e così deve continuare ad essere, ma noi uomini da quell’orecchio siamo ancora sordi nonostante la Terra, esattamente come una madre amorevole, continui a darci molto più di ciò di cui abbiamo realmente bisogno…

In questo momento stiamo tornando in Italia, dove faremo alcuni lavori di manutenzione a Gentilina, e poi proseguiremo per altre meravigliose avventure (…abbiamo un tesoro da cercare…)!

A proposito di Italia, devo dire che, a costo di cadere nel luogo comune dell’italiano medio all’estero, mi è mancata tanto la pizza rotonda (..ma ho imparato a farne una eccezionale al taglio a detta dei ragazzi e dei nostri ospiti) 🙂 Per il resto basta la propria famiglia.

Tanti ci chiedono come abbiamo fatto a mollare tutto e partire. La risposta e sempre la stessa; quando capisci che la tua vita è una allora il tuo cervello comincia a lavorare in una sola direzione, quella del benessere. Vuoi stare bene e vuoi che la tua famiglia stia bene. E ciò basta per decidere cosa vuoi fare, che sia partire o cambiare vita rimanendo nello stesso posto in cui sei ora.

Sono sicuramente figlio degli anni Ottanta. Da piccolo sognavo una vita da pilota di robot come Hiroshi, archeologo ed esploratore come Indiana Jones, tosto come Kurt Russel in Grosso guaio a Chinatown. Ma sono anche sicuramente figlio di film italiani che mostrano il viaggio come fuga, come Marrakech Express (“…sicuramente persi, cercando un posto che non sappiamo neanche che posto sia…”), Puerto Escondido (“…io fino a tre mesi fa facevo una vita normale, stavo inquadrato, in una società che ha delle regole, e rispettavo le regole: ero convinto che rispettando le regole ci fossero dei tornaconti, ci fosse una regia occulta che mi muovesse, che mi facesse diventar vecchio in un certo modo, con più saggezza.. con delle sicurezze…Invece non c’è un cazzo, divento vecchio come un imbecille.. questi si son pappati tutti i soldi miei..”), Mediterraneo (“….una vita è troppo poco, una vita sola non mi basta. Se conti bene non sono neanche tanti giorni…”).

Sono figlio delle avventure, dei prodigi, dei miracoli tecnologici, del Commodore 64, degli anni dello star bene.

Ad un anno di distanza da questa scelta radicale posso dire che la vita terrestre al momento non ci manca, ma anzi dopo aver assaporato la libertà ne vogliamo di più! Vogliamo più paesi, più viaggio, di più.

Siamo contenti di essere stati supportati dai nostri amici abituali e di aver creato tantissime nuove amicizie multiculturali.

Abbiamo detto e dobbiamo dire tantissimi grazie ma abbiamo anche ricevuto tantissimi prego, e questa è una cosa meravigliosa dello stare in giro. Le cose accadono, non c’è niente che si possa fare per non farle accadere. La nostra unica vita ha la particolarità di essere assolutamente misteriosa, ma prendere una direzione e non lasciarsi trasportare completamente dalla corrente chiarificherà tanti perchè che vagano nella testa.

Voglio chiudere questo nostro compleanno con una riflessione del mio, credo, film preferito, “Mr. Nobody”.

“…Che cosa c’era prima del Big Bang? Be’, vedete… non c’è nessun prima, perché prima del Big Bang il tempo non esisteva. Il tempo è solo il risultato dell’espansione dell’universo. Ma cosa succederà quando l’universo avrà smesso di espandersi e il movimento verrà invertito? Quale sarà la natura del tempo? Se la teoria delle stringhe è vera, l’universo possiede nove dimensioni spaziali e una dimensione temporale. Si può immaginare che al principio tutte le dimensioni fossero attorcigliate e che nel Big Bang tre dimensioni spaziali, che conosciamo come altezza, larghezza e profondità, e una dimensione temporale, siano state dispiegate. Le altre sei sono rimaste minuscole e si sono intrecciate. Ora, se viviamo in un universo di dimensioni intrecciate, come riusciamo a distinguere l’illusione dalla realtà? Il tempo, come lo conosciamo, è una dimensione avvertita solo in una direzione. E se una delle direzioni aggiunte non fosse spaziale, ma temporale? …Perché il fumo della sigaretta non torna mai nella sigaretta? Perché tutte le molecole si respingono? Perché una goccia di inchiostro non si riforma? Perché l’universo si muove verso la sua dissipazione. Questo è il principio dell’entropia. La tendenza dell’universo a evolversi verso uno stato di disordine crescente. Il principio dell’entropia è collegato alla freccia del tempo, il risultato dell’espansione dell’universo. E se le forza gravitazionali controbilanciassero le forze di espansione? O se l’energia del vuoto quantico fosse troppo debole? In quel momento, l’universo potrebbe avere una fase di contrazione: il Big Crunch. Cosa accadrà al tempo? Andrà al contrario? Non lo sa nessuno…”

Abbiamo solo teorie, nessuno sa nulla per certo, tranne le azioni che possiamo compiere nel qui ed ora! Buon Compleanno Valeila!