Autore: Fabio
Traversata Atlantica – Tenerife to Martinica
05.12.3018 – 25.12.2018
Alma Mater, Oceano Atlantico, delfini luminosi, balene giganti, pesci volanti sgargianti e stelle cadenti..
Giovedì 06.12.2018
N 26*16.973’
W 018*00.123’
Partiamo mercoledì 5 dicembre, dopo aver rifornito la “Be Free” di cibo e combustibile. Accogliamo a bordo una coppia di ragazzi polacchi, Maciek e Sandra, alle prime esperienze di vela. Partiamo al buio ed appena fuori dal porto ci accoglie nuovamente l’Oceano Atlantico. Qualche slalom tra barche di media e grossa taglia e guadagniamo qualche miglio di acqua che ci permette di stabilire una rotta.
Per rinfrancare subito lo spirito opto per una buona pasta al tonno.
Io e Thomas. Per la prima notte saremo noi a fare i turni di guardia per permettere ai ragazzi di acclimatarsi.
Nemmeno a dirlo ovviamente, ben presto i 20 bellissimi nodi previsti si trasformano in 43 meravigliosi nodi. Poco male, avevo già preparato la scotta del fiocco sul winch elettrico per poterlo ridurre in velocità e così verso le due leviamo un po’ di tela dal vento.
Ritorno alle mie due ore di pausa ma vengo svegliato alle cinque da uno spruzzo più alto degli altri. E certo, potevano mica mancare le onde? Di giorno non sono un gran problema ma di notte, nel buio completo, non le vedi arrivare, puoi solo contare le serie per avere un’idea del moto. Fa ancora freddo per essere già sotto le Canarie ma la prospettiva dei Caraibi ci scalda il cuore!
Con queste onde che arrivano al bimini l’oceano sembra voler salutare con un pennacchio di schiuma bianca. “Ehi ragazzi ci sono eh!”
07.12.2018
N 24*49.798’
W 019*04.957’
Sono le 7.38 ma ancora niente sole. In compenso anche stanotte il vento si è attestato tra i 25 ed i 35 nodi, le onde si sono alzate ed ogni tanto dietro la barca fa capolino un timido 4 metri di acqua.
Il vento non mi dispiace, sembra che l’oceano sappia che ho un aereo da prendere e mi stia aiutando ad arrivare in orario! Grazie.
A vedere il mare gonfiarsi così ti rendi conto di quanta energia dispone ancora il nostro pianeta e di quanto sia ancora vitale.. ed ancora una volta mi chiedo perché lo stiamo provocando così… è come avvelenare l’utero di una madre, siamo contro natura.. Vedo due delfini che saltano da un’onda all’altra.
Nel mentre in cui sto pensando mi arriva una spruzzata di acqua in piena faccia, quasi a volermi dire “Rilassati, andiamo di la insieme, vi accompagno io”. Mare e Sole. I primi due ingredienti per creare la vita. Da quando l’Universo è nato i fisici confermano che tende alla complessità, con il tempo tutto diventa più complesso. Noi siamo la massima espressione di complessità che l’universo ha finora prodotto.. eppure siamo stati delle semplici molecole, atomi.. mare e sole.. tutto ciò che esiste nel nostro passato ha permesso a noi esseri viventi di essere qui ora.. e a me di essere qui in mezzo all’oceano, come negli infiniti oceani prodotti da ogni mamma nella propria pancia con ogni gravidanza.
19.31 Oggi le onde si susseguono immutabili e vagamente interessate alla nostra piccola barca.. la musica che abbiamo a bordo si fonde con il perenne rumore del mare in sottofondo. Già, la musica, è importante, importantissima e mai come ora lontano da terra la di può apprezzare. La musica Lega veramente le persone oltre qualunque barriera..
11.12.2018
N 21*14.329’
W024*38.402’
Gli ultimi tre giorni sono passati in fretta. Quando si cominciano i turni di notte molto spesso di giorno si cerca di dormire almeno un po’ e così il tempo diventa relativo. Passiamo le giornate impegnati in varie attività, lettura (personalmente leggo dalle 200 alle 300 pagine al giorno.. fortuna che ho portato molti eBook ed un paio di libri cartacei da un migliaio di pagine ciascuno).
Ora sono le 03.55am ed a breve Maciek verrà a sostituirmi. Mancano ancora 2100 miglia ma a breve dovremmo incontrare sia l’Aliseo che le correnti che ci porteranno ai Caraibi più velocemente, anche perché al momento l’Oceano è addormentato. Non possiamo lamentarci, abbiamo avuto vento costante da quando siamo partiti fino ad oggi pomeriggio. Ieri notte, durante il mio turno volavo sull’acqua a più di dieci nodi.. i delfini ci seguono, spesso ne siamo completamente circondati, ci guardano, sbuffano, si vede che vogliono giocare con la barca. Fanno a gara a spingersi via dalla prua con il muso per poter sfruttare la nostra onda.
17.39 Le ultime vampe rosa chiaro del tramonto annunciano l’arrivo della notte e l’oceano si tinge di un colore prossimo all’onice. Le stelle sono uno spettacolo impressionante, così vicine e dannatamente lontane. Pur sapendo che sto guardando una fotografia vecchia di milioni di anni non posso fare a meno di pensare a cosa possa esserci lassù.. vedo la Via Lattea come una striatura più chiara nel cielo notturno e non riesco a capacitarmi come la nostra Galassia ne possa far parte nonostante la sua innaturale distanza. Le onde continuano a spingerci e d’improvviso mi rendo conto che stiamo navigando in una grande metafora.. l’Oceano è la vita, la barca sono io e il vento, le nuvole, la pioggia e le onde sono gli eventi che costellano il nostro fato. Un piccolo Universo a se stante in qualcosa di più grande! E il cielo è il cielo, per il momento inconoscibile.
12.12.2018
N 20*50.203’
W027*47.005’
05.41 Rotta per 275, Ovest. Dato che il Code Zero ha avuto qualche problema abbiamo adattato il Genoa come fosse un Gennaker ma con poco vento produce dei boati come i cannoni che sparano in montagna per creare slavine controllate.
1946 miglia a Fort-de-France..
22.55 1848 miglia da fare.. se le stelle cadenti sono un po’ la norma in questo spettacolare cielo notturno i delfini le fanno da contrappasso nel mare blu. Ma da ieri vicino alla barca hanno fatto capolino sempre più spesso i pesci volanti! Pesci volanti! Sono troppo simpatici, li vedi saltare fuori dall’acqua d’improvviso in solitario ma a volte anche in gruppi enormi, e coprono in volo distanze improbabili.. ogni tanto sbagliano mira e te li ritrovi in barca, ma basta prenderli e lanciarli di nuovo in mare per farli ripartire come molle acquatiche.
13.12.2018
N 28*12.422’
W 030*03.700’
12.28 Faccio dei sogni bellissimi, sogno di situazioni piacevoli, persone che non ricordavo da tempo, alcune già trapassate. Dev’essere la lontananza dalla terra, questa strana percezione di una gravità alterata che induce letteralmente a volare oltre il proprio corpo.
15.12.2018
N 19*04.842”
W036*21.045”
04.36 Appena finito il mio turno. Ho cercato di guadagnare più miglia possibili ma la metà è ancora lontana, 1600nm. Da oggi abbiamo una piccola magagna… il motore dell’autopilota ha deciso di dare forfait e quindi faremo come una volta.. turni di tre ore al timone. Preferisco fare i turni di notte al timone per il semplice fatto che abbiamo a bordo dei ragazzi a cui preferiamo lasciare il timone di giorno, quando si hanno molte meno cose da controllare.
Oggi abbiamo pescato un bel tonnetto che finirà nelle nostre pance sotto forma di nigiri..
Nemmeno a pensarlo e sento una botta appena dietro di me, mi giro di colpo e vedo un pesce volante che, dopo aver preso in pieno la canna da pesca sta roteando di nuovo verso l’acqua.. beh, Thomas è stato più sfortunato.. ieri sera, sempre un pesce volante l’ha centrato in pieno sul coppino! Più tardi mi ha confessato che si è spaventato dato che l’effetto del pesce sul giubbotto è stato come quello di una pacca sulla spalla.. e ricevere una pacca sulla spalla in mezzo all’oceano di notte.. beh, è perlomeno inquietante!
Vediamo meno delfini di prima, non so bene perché.
15.21 Qualche nuvoletta qua e là, non sembrano aggressive però.. ma stanotte un paio di pioggiaschi li ho comunque superati a dritta. Il vento arriva e va, le onde sono corte come quelle in Mediterraneo e rendono arduo il compito di mantenere la rotta, soprattutto ora che è tutto in mano nostra.
16.12.2018
N 18*58.636’
W038*39.903’
09.23 Prima di partire ho creato sul telefono la mia playlist, audiolibri e altro per poterli ascoltare durante i turni di notte.. non fosse che, una volta arrivato a Cartagena, ho forse cancellato tutto.. beh, ieri trovo una copia di un mio vecchio Hard Disk di un laptop del 2006 o 2007 e, magia, un sacco di canzoni e audiolibri! Strano trovare ciò di cui si ha bisogno proprio in mezzo all’oceano, un auto aiuto attraverso gli anni.. in effetti ho creato la playlist per questo viaggio 12 e passa anni fa..
Moonspell, Battiato, Buju Banton, Dire straits e tanti altri.. che fortuna. La musica, come ho già detto, aggiunge un’altra dimensione alla nostra esistenza, forse l’undicesima 😉
21.00 Come molti altri della mia generazione sono un pilota di robot mancato.. ricordarsi dell’infanzia e pensare al futuro.. Cresciuti con gli eroi dei cartoni animati e dei film e oggi cosa ci spetta? Il divano e Masterpip… che vergogna..
Dove sono le astronavi? I robot? Le macchine volanti? Stiamo ancora mettendo dinosauri nei nostri serbatoi quando già negli anni 20 a New York le carrozze erano dotate di motori elettrici. Mi sento leggermente preso per il culo.. va beh, ci consoleremo con della pizza fatta in barca 🙂
18.12.2018
N 17*56.066’
W 043*17.631’
06.33 Un Alba magnifica.. qualche nuvola non fa altro che aumentare l’effetto del sole che sta nascendo a Levante.. oggi siamo sotto le mille miglia.. le onde ancora picchiano, corte e alte, non riusciamo proprio a prendere velocità. Ora ne abbiamo di tre tipi diversi che vanno in direzioni diverse quindi balliamo che è un piacere. L’autopilota è sempre più che morto..
14.39 Ecco che arriva una bella lavata alla barca.. già da stamattina i cumuli nembi hanno cominciato a formarsi appena dietro la nostra poppa.. e adesso vogliono scatenarsi. Bene, io al timone e gli altri a rollare il fiocco ed il Genoa a prua. Passiamo dai sei ai dieci nodi continuamente.
19.12.2018
N 17*21.559’
W 046*17.317’
12.03 Da cinque giorni ci alterniamo al timone. Facciamo un turno di tre ore e poi sei ore di riposo ma nonostante ciò cominciamo a soffrire la routine. Mancano più di 800 miglia, che sono circa quelle che separano Gibilterra da Tenerife. L’andatura a vele gemelle in prua non ci permette di distrarci pena l’accavallamento e la conseguente deviazione per farle tornare al loro posto. Così rimaniamo per tre ore seduti o in piedi a guardare solo il vettore sul radar e quel 275, la nostra rotta. Finiti i turni ci sgranchiamo le gambe e soprattutto la schiena. Alle diciannove di oggi saranno esattamente 14 giorni che abbiamo lasciato Tenerife..
Alle 16.41 di oggi sono al timone.. sento uno sbuffare alla mia destra, mi giro e vedo un’enorme balena a non più di due metri dalla barca.. il mio primo incontro con loro! Enormi, bellissime e velocissime! Giocano con confidenza, passano sotto la prua, che emozione. Sembrano dei grossi simpatici delfinoni! Ci accompagneranno per i prossimi due giorni.
20.12.2018
N 16*59.830’
W 049*06.055’
03.42 Appena finito il mio turno.. sembrava che le onde si stessero calmando ed invece stanotte ho lottato contro onde da dritta, da sinistra e di poppa. Vento massimo di 25 nodi ma con queste onde corte facciamo fatica a prendere il volo dato che rolliamo e beccheggiamo tantissimo..
Devo dire che prendere un mare del genere anche solo sei mesi fa mi avrebbe intimorito, mentre ora mi suscita sentimenti contrastanti di amore e timore.. amo il mare ma lo temo perché è incontrollabile ed imprevedibile, e forse così deve essere.
17.47 il sole è appena tramontato. Sono rimasto a guardarlo fino a che non è sparito oltre l’orizzonte.. in barca si è come il sole.. non ci si può nascondere. La maschera che si mantiene intatta in città dopo una settimana si sgretola e ci sei solo tu, con i tuoi difetti, le tue paure e tutto ciò che ne consegue, ma anche con i tuoi pregi e il tuo valore e questo è importante. Andare per mare significa imparare a conoscere se stessi e magari correggere, o cercare di correggere ciò che non ci piace e vorremmo cambiare.. tutti dentro il cuore abbiamo un sole da seguire..
Io dopo un po’, senza farlo apposta, tendo ad isolarmi dal branco, ho bisogno dei miei spazi e di stare in silenzio.
22.12.2018
N 15*51.999’
W 053*43.790’
Sono solo le 18.09 ma il sole è tramontato da più di mezz’ora e la luna ha preso il suo posto nascendo alle nostre spalle.. mentre la guardo, la luna, penso a quante volte l’ho vista nascere e in quanti posti.. sicuramente l’ho vista montare non so quante volte dalle risaie di Novara, riflessa nei campi e nei canali.. dalle rive della mia amata Sesia d’estate e d’inverno, dalla cima del Mottarone, da Scopello, ed in tutti i posti della mia infanzia. E poi lune speciali come quelle a San Diego, quelle nel deserto, quelle nella foresta nera, quelle in Costa de la Muerte, a Bilbao, a Salisburgo, a Orta, le lune sarde, tutte le nostre lune catturate l’ultimo anno di navigazione con Gentilina e ora le lune sul l’oceano Atlantico.. ed a breve le lune caraibiche. Quante lune ho visto? Non lo so ma vorrei averne viste di più..
03.10 Sirio mi guarda da lontano.. sembra quasi una fonte di luce terrestre da tanto è forte. Stanotte sembra di essere sospesi in un limbo.. la luna piena contrasta con le immancabili nuvole che tutte le notti portano almeno un po’ di pioggia a rinfrescare i 25 gradi costanti.. le onde continuano a spingerci e penso che sicuramente non saremo a Martinica prima del 25 dicembre..
23.12.2018
N 15*16.784’
W 056*04.153’
Alghe. È pieno di alghe.. quasi come se fosse un prato o un tappeto.. non mi aspettavo le alghe in mezzo all’oceano! Fa caldo, 28 gradi di giorno. Ogni mattina viene a salutarci un grosso volatile di cui non siamo sicuri di sapere a che specie appartiene. Le onde e i turni continuano imperterriti dato che il pilota automatico è ormai morto da nove giorni.. prima di partire tutti giù a dire che “l’oceano atlantico lo fanno tutti.. che ci vuole.. fai un bordo unico..” e tante altre frasi del genere (..normalmente poi gli chiedo quando hanno fatto la traversata e 99 su 100 non hanno mai fatto più di 50 miglia di filato in mediterraneo.. misteri dell’umanità..). Beh, parlo per me, e date le condizioni atmosferiche e del mare, la rottura dell’autopilota ed altre magagne di minore entità, e dopo aver timonato mediamente nove ore al giorno spesso con onde corte di tre metri e pioggia posso affermare che non è una passeggiata. Io immaginavo un giro panoramico dell’Oceano visto dall’amaca ed invece non é così. Suggerisco quindi ai sopracitati fenomeni della vela di farlo veramente l’Atlantico e poi ne riparliamo.. io finisco questo anno di vela con circa 8.000 miglia nautiche percorse..
20.35 Scopri che ti sei abituato alle onde quando a tavola tieni il bicchiere fermo anche se è vuoto 😐
24.12.2018
N 14*57.728’
W 057*01.450
03.02 il mio compleanno! Comincia il mio turno.. salgo sul ponte e ci sono Thomas e Maciek che mi cantano la canzoncina di Buon Compleanno!! Auguri!
Ringrazio, beviamo un caffè insieme e poi i miei amici vanno a letto.
Una volta rimasto solo infilo le cuffie, faccio partire la musica e riprendo il mio vis-a-vis con il mare, che stanotte pare incazzoso più del solito.. la prima ora nulla di anormale ma in breve le onde arrivano oltre i pannelli solari ed il vento comincia a farmi macinare miglia su miglia.. ballo come un indemoniato cercando di intervenire in minima misura sul timone, pena venti/trenta gradi fuori rotta ad ogni onda che solleva o spinge la barca.. ma tant’è, alla fine mi diverto e riesco a filare fino a 11.7 nodi di velocità!
Sirio è sempre la.. ogni volta che la vedo ricordo che è grossa più di mille volte il nostro sole e mi vengono in mente le formiche.. eh si, le formiche credo che siano gli insetti che più ci assomigliano su questo pianeta. Vivono in città enormi, si preoccupano della loro sicurezza e prosperità, cercano e accumulano riserve di cibo e altro.. ma so per certo che l’orizzonte di una formica si ferma a circa due centimetri dal proprio capo.. vuol dire che non percepiscono più in là di così, provate a mettere un dito sulla strada di una formica ed ella se ne accorgerà solo all’ultimo momento e cambierà direzione.. chissà che non sia così anche per noi..
Sul finire del turno la luna illumina Occidente ed il sole sta prendendo possesso dell’Oriente. Ho quaranta anni proprio oggi ed il mare ha in serbo per me un picchetto d’onore speciale. Un branco di pesci volanti salta fuori dall’acqua a poca distanza dalla Be Free immediatamente seguito da due delfini anche loro salterini e dalla schiena di una balena che sbuffa salutando appena dietro ai suoi cugini.. Cosa si può volere di più come regalo di compleanno?
Il pensiero va ai miei piccoli sulla nostra Gentilina che oggi, assieme alla mamma Marina, a nonni e zii venuti apposta per l’occasione, apriranno i regali.. ma quando torno faremo ancora festa! Anche io ho qualche regalino per loro!
25.12.2018
N 14*22.580′
W060*45.012′
Ore 9.26, Buon Natale! Il mio turno si conclude.. anche stamattina il delfino mi ha voluto salutare. Mancano solo un’ottantina di miglia e sul plotter lampeggiano le ore 23.15, momento in cui dovremmo arrivare alla punta sud di Martinica. Il tempo non è molto buono, anzi, fino ad ora ho cercato di fare lo slalom tra tempeste e vento.. vado a farmi un caffè natalizio pensando che questo Natale è proprio fuori dai canoni..
Ore 17.02 Sono il primo ad avvistare Dominica e Guadalupe! Festa! Maciek e Sandra hanno fatto delle buonissime frittelle alle mele! E brindiamo al nostro arrivo dopo venti giorni di oceano.. la sensazione che ho dentro è di euforia ma anche di tristezza.. euforia per essere finalmente arrivato e poter dire di aver traversato l’oceano come una volta, senza autopilota. Tristezza perché già da ora, con la sagoma delle montagne che si staglia da lontano, non avrò solo mare intorno..
..Si racconta che Alessandro il Grande, avido nella ricerca di maestri di vita, una volta ad Atene volle incontrare il filosofo Diogene, il quale fu un cinico. Il termine oggi è usato in maniera differente rispetto a 2360 anni fa. Cinico deriva da cane, e come i cani questa tipologia di filosofi faceva tutto all’aria aperta davanti a tutti.. compresi i bisogni..
Alessandro arriva davanti a Diogene e, stagliandosi contro il sole gli si rivolge in tali termini “Io sono Alessandro il Macedone, chiedimi qualunque cosa tu voglia ed io te la concederò”.. e Diogene, il quale, nudo dentro ad un barile mentre si godeva il sole mattutino, gli fece subito eco “Qualunque cosa?” Ed Alessandro si disse certo di poter soddisfare qualunque sua richiesta. Ed allora Diogene parlò “Bene, allora fatti in là che mi oscuri la luce del sole”.. quindi Alessandro se ne andò e a chi gli chiese più avanti di quel l’incontro era solito dire “Se non fossi Alessandro vorrei essere Diogene”..
Ecco, un grande lezione di semplicità impartita da un uomo nudo in una botte al più grande condottiero che il mondo civilizzato abbia mai visto.
Prendendo spunto da questo aneddoto voglio che anche la mia vita possa essere semplice ma ricca di significato per me e per le persone a cui voglio bene. Questo è ciò che mi auguro e che voglio realizzare. In questo viaggio ho capito molte cose ma torno con domande nuove di zecca.. in fin dei conti voglio stare semplicemente al sole..
Fiducia, Amore e Verità
La nebulosa di Orione si leva tutte le notti appena dietro la barca a sinistra. Al momento in cui scrivo siamo a 177 miglia nautiche da Tenerife, non proprio in mezzo all’oceano Atlantico ma abbastanza da non vedere più terra da circa 5 giorni. I venti ci hanno sfavorito e solo ora cominciano a spirare in una direzione costante che possiamo utilizzare. La “Be Free” fa del suo meglio con questi venti leggeri. Siamo partiti martedì 27 novembre, ora è domenica 2 dicembre. Abbiamo passato Gibilterra, siamo usciti in oceano e stiamo passando davanti al Marocco. La temperatura comincia a salire. Il tempo è incerto, così abbiamo visto acqua piatta, increspata, di tutti i colori e nuvole basse, alte, bianche, rosa, grigie e nere..
Abbiamo anche incontrato tantissimi delfini, tartarughe, pesci volanti e qualche spada.
Il mio primo incontro con l’oceano è coinvolgimento totale.. Onde lunghissime, masse d’acqua lucida che alzano la barca da una collina ad un’altra, la barca arranca in salita e si tuffa in discesa. L’odore che penetra nelle narici è sano, puro. Le sensazioni variano a seconda della giornata e l’unica cosa che aspettiamo è il vento. Alcune cose sono indescrivibili e private e rimarranno per sempre dentro di me.
Oltre a me l’equipaggio si compone di Thomas, l’armatore della barca, e due amici Norvegesi imbarcati a Gibilterra, Eirik e Krister, entrambi velisti ed appassionati. Eirik ha portato la sua barca da Missolongi, Grecia, fino quasi ad Oslo e Krister, oltre a possedere un negozio nautico crea prototipi di powerboat. Comunichiamo in inglese, anche se mi piace imparare nuove frasi nella loro lingua madre.
Al momento di mangiare facciamo a gara per chi cucina il piatto migliore.. ieri ho assaggiato lo stufato di renna e, devo dire, buonissimo! Ma anche io mi difendo bene con Tapulon, salame della Duja e gorgonzola!
Ho appena preso possesso del ponte della barca rilevando Eirik per il turno delle 02.00am. Questo è un aspetto della vita in barca che bisogna mettere realmente in conto. La fiducia. La fiducia nell’equipaggio è fondamentale. Una volta smontati dal turno ed una volta sotto coperta ci si deve fidare ciecamente del compagno che si accinge al proprio lavoro notturno. Qui fuori possono esserci grosse navi senza sistemi come l’AIS e quindi l’unica maniera di avvistarle è tramite il radar o la propria vista. Quanti di noi metterebbero la propria vita in mano a qualcuno di cui non ci si fida? Questo è un punto a favore della mia teoria sulla popolazione del mare.. qui fuori non ci sono nazionalità o passaporti ma solo amici che condividono e amano lo stesso ambiente..
Il buio è pressoché totale, la luna non arriva ancora e comunque c’è qualche nuvola che vela anche le stelle quindi il lavoro è relativamente semplice. Controllo che il Genoa non sbatacchi troppo nel poco vento che abbiamo, controllo la mappa e la rotta e che il radar non restituisca eco di navi o tempeste. Ogni tanto il sonar lancia il suo allarme, qualche delfino o qualche squalo curioso arriva sotto la barca a controllare che tutto sia in ordine..
La prima regola di una barca è semplice, non cadere fuori bordo. Se cadi fuori bordo di notte sei morto, quindi se sono necessarie operazioni sul ponte si fanno sempre assicurati alla barca con la propria cintura.
Non sono riuscito a dormire, troppe onde inclinano violentemente la barca. A volte cercare di dormire è come volersi addormentare sulle montagna russe.
La “Be Free” intanto sta lasciando dietro di se un scia bioluminescente di Krill e meduse..
E ieri notte, verso le quattro, è stato allestito dalla natura uno degli spettacoli più belli a cui abbia mai assistito.. Mentre stiamo procedendo a vela noto qualcosa di lunghissimo che nuota nelle onde dietro di me, che sono nel pozzetto per il mio turno. Sulle prime non ho capito cosa fosse questa scia luminosa ma poi, le scie sono diventate tre, quattro, dieci, venti! E poi ho riconosciuto il loro ticchettio tipico.. I Delfini! O meglio, muovendo il Krill si intuiva la loro forma coperta di polvere di stelle che saltava fuori dall’acqua, correva sotto e a fianco della barca. Delfini come comete luminose appena al di sotto del mare e sopra di noi la via lattea in tutto il suo splendore.. qualcosa di così bello che mi ha commosso e nel buio ho sentito i miei occhi gonfiarsi. Qualcosa di così magico a beneficio solo mio..
Qui fuori più che in ogni altro posto, mi pongo delle domande, e le risposte che mi do non sempre mi piacciono ma la verità probabilmente non deve piacere, anzi spesso la verità ci fa sentire inermi di fronte a cose che forse non capiamo nemmeno del tutto. Oltre il vedere ed oltre il sentire esiste una verità più profonda, che anche le antiche popolazioni terrestri cercavano, la verità della percezione. L’amore è una manifestazione profonda che non possiamo capire ma solo percepire come forza che sulle prime atterisce e che ti solleva e a volte ti lancia negli abissi più bui.
Spesso capita che il prezzo da pagare per conoscere verità della percezione come l’amore sia molto più alto di quello che saremmo disposti a corrispondere ma questo è quanto. Non sempre la verità è bella, è buona o ci fa bene, il mondo è pieno di verità schifose che non si possono sopportare. Alcune verità possono essere solo condivise tra persona e persona e forse, dico solo forse, per migliorare le nostre vite bisogna cominciare dal conoscere se stessi e cercare di capire gli altri, in fondo siamo tutti similari e le nostre domande sono le stesse. Credo che sia indispensabile amare il nostro pianeta ad esempio, ne va del nostro futuro come specie. È impossibile per noi vivere solo nel presente come stiamo facendo ora, peggio ancora c’è gente che vive solo nel passato. È il momento di pensare al nostro futuro, e il futuro come tutte le cose importanti dobbiamo guadagnarlo e costruirlo giorno dopo giorno. L’amore deve essere guadagnato, la verità deve essere guadagnata, la nostra umanità deve essere guadagnata. Solo così possiamo sperare di passare al gradino successivo dell’evoluzione..
Il mio turno è quasi finito, un eco sul radar rivela una nave a più di venti miglia, la luna ancora non si vede e quindi, come si dice, siamo ancora in pitch black.
Questo viaggio si sta rivelando principalmente un’esplorazione dentro me stesso, aiutato dalla calma dell’oceano e dalla bellezza della natura.
Le grandi scoperte sono spesso frutto di nuove esplorazioni e l’uomo mai come ora ha bisogno di nuove scoperte per credere in se stesso. Esplorare è la chiave, non possiamo vivere senza scoprire e scoprirci. Mai come ora abbiamo bisogno di nuovi orizzonti, nuovi mari, nuovi pianeti e nuove emozioni!
Atlantic Crossing 2018 – Ep. 02 Da Novara a Gibilterra
In questo secondo episodio parto da Novara alla volta di Alicante, e da li per Cartagena dove Thomas mi aspetta a bordo della sua bellissima “Be Free”, un bavaria Cruiser 55. Con lui traverseremo da Cartagena fino a Gibilterra, da li verso le Canarie e poi Martinica!
Per seguire dal vivo il nostro viaggio guardate via satellite anche su https://www.sailingwiththomas.com
“Tutta quella città… non si riusciva a vederne la fine…
La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine?
Era tutto molto bello, su quella scaletta… e io ero grande con quel bel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi che sarei sceso, non c’era problema.
Non è quello che vidi che mi fermò, Max
È quello che non vidi.
Puoi capirlo? Quello che non vidi… In tutta quella sterminata città c’era tutto tranne la fine.
C’era tutto.
Ma non c’era una fine. Quello che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo.
Tu pensa a un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu lo sai che sono 88 e su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quegli 88 tasti la musica che puoi fare è infinita.
Questo a me piace. In questo posso vivere.
Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai… Quella tastiera è infinita.
Ma se quella tastiera è infinita allora su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare. E sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio.
Cristo, ma le vedevi le strade?
Anche soltanto le strade, ce n’erano a migliaia! Ma dimmelo, come fate voialtri laggiù a sceglierne una.
A scegliere una donna. Una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire.
Tutto quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce, e quanto ce n’è.
Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla? A viverla…
Io ci sono nato su questa nave. E vedi, anche qui il mondo passava, ma non più di duemila persone per volta. E di desideri ce n’erano, ma non più di quelli che ci potevano stare su una nave, tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità su una tastiera che non era infinita.
Io ho imparato a vivere in questo modo.
La Terra… è una nave troppo grande per me. È una donna troppo bella. È un viaggio troppo lungo. È un profumo troppo forte. È una musica che non so suonare.
Non scenderò dalla nave.
Al massimo, posso scendere dalla mia vita. In fin dei conti, io non esisto nemmeno.”
da “La Leggenda del pianista sull’Oceano” di G. Tornatore
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Atlantic Crossing – Traversata Atlantica – Ep 01
Primo episodio dedicato alla traversata Atlantica 2018. Dopo aver invernato Gentilina ed eseguito grandi pulizie parto alla volta di Novara, e dopo due voli mi aspetta un caldo benvenuto.. Un grande grazie a Giorgia e suo fratello Nicola per il bellissimo striscione ed un abbraccio a Susy!
Cosa ci si porta in una traversata? Ecco tutto il mio bagaglio…
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Music Credit:
Drift Apart – Anders Schill Paulsen
Heart in Hand – Ramin
It Blows My Mind (Instrumental Version) – Aldenmark Niklasson
Don’t You Wanna Know (Instrumental Version) – Staffan Carlén
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