E’ tempo di grandi decisioni…

Aprile. Siamo in Grecia da un anno esatto. Arrivavamo alle 02.00 di notte del 30 Marzo. Il primo porto Greco che abbiamo visitato è stato Kassiopi, a Nord di Corfù.

Il giorno dopo abbiamo fatto un bel giretto per il paese ma, essendo una meta turistica perlopiù da Maggio, trovammo la maggior parte degli esercizi chiusi. Ciò non ci impedì di prendere un bell’Ouzo nell’unico locale aperto per festeggiare il nostro arrivo.

I ragazzi issarono la bandiera Greca sulla sagola della crocetta principale di dritta dell’albero. E a quel punto ci chiedemmo cosa fare..

Beh, la nostra decisione fu di partire verso mezzogiorno ed andare a esplorare la costa della baia interna a Nord. Lasciammo Kassiopi, proseguimmo oltre Agios Stefanos con un bel fiocchetto aperto, facendo rotta per Kerkyra Town.

Decidemmo di tralasciare il Mantouki Port, il Terminal dei traghetti. Ci orientammo verso il Porto Vecchio che risultò da subito impraticabile data l’alta percentuale di traghettini alle isole e barche locali.

Porto Vecchio ha una piccola diga foranea che lo separa dal porto a fianco. Basta quindi uscire e virare immediatamente a dritta per entrare nel Porto… della Cacca.

Così lo chiamano tutti, ma al momento noi ignoravamo questo particolare. Lo scoprimmo poco dopo e con grande meraviglia.

Procedo verso il molo e, vista la esigua quantità di barche decidemmo di ormeggiare all’inglese, con le mura di dritta aderenti al molo. Nel mentre facciamo manovra Valerio esulta.. “Guardate ragazzi ci sono dei pesci enormi in acqua!”. Effettivamente ci sono dei pesci enormi che sembrano cefali ma sono veramente fuori misura! Io accosto al molo, Marina salta a terra, Pietro anche e, prese due bitte, atterriamo. Cade una cima in acqua e, mentre la afferro e comincio a tirarla a bordo mi accorgo che da bianca è diventata giallognola.. e ha pure un odore strano..

“Marina ma lo senti anche tu questo odore? La cima sa di pipì.. E mi sembra che dove siamo passati con la barca l’acqua che abbiamo spostato sia diventata marroncina.. e questo odore.. Marina.. a me sembra proprio odore di MERDA!”

Ridiamo tutti, mi scuso per la parolaccia con i ragazzi ma è proprio così, da due aperture situate proprio sul molo che abbiamo scelto per l’attracco fuoriescono rifiuti solidi organici noti come pezzi di materia fecale o altrimenti detta CACCA.

“Ok, tutti a bordo, prepararsi alla partenza, mettete la cima caduta in acqua in quarantena. Via cima a poppa e a prua. Scappiamo”..

Perfetto, in un minuto molliamo gli ormeggi e guadagniamo l’uscita del caccaporto. Stiamo navigando da due minuti verso Est e Valerio salta fuori dal tambucio chiedendo del Pacho, il nostro gatto nero.

“Perché Vale, non c’è sottocoperta?” chiede Marina. Valerio risponde che non lo trova ma che forse l’ha visto saltare giù mentre ormeggiavamo. Ahia, torniamo indietro di corsa.

Riormeggiamo attenti a non far cadere nulla in acqua. Nel frattempo è uscito un sole da spaccare le pietre e  l’odore che aleggia sembra uscito dal bagno del film Trainspotting, la peggior toilette pubblica di tutta la Scozia.

Beh, storia lunga in breve. Cominciamo a chiamare Pacho (..il cui nome completo ad onor del vero è Paciugo Allagatto Sasuke Razza Bombay), chi con i croccantini, chi con le bustine e chi a voce e basta.

Dopo un po’ di questo teatrino lo vediamo in fondo al porto. Pacho si ferma e si fa prendere in braccio da Valerio, il suo umano preferito. Si torna a bordo e finalmente ce ne andiamo..

Ok, c’è ancora un porto appena più avanti.. proviamolo!

E fu così che per la prima volta entrammo al Mandraki Port. Accostiamo per ormeggiare e dalla banchina arriva una voce “ITALIANI??” e noi “SI”. “Brao, Cuca la trapa!”.

E così ci fermiamo in questo porto meraviglioso che abbiamo imparato ad amare. Ai piedi di una fortezza veneziana del 1500. Il conservatorio appena sopra diffonde musica e canto tutti i giorni. La città, che è la capitale di questa isola lunga 66km, risulta essere un posto gradevole in cui poter fare una bella passeggiata scoprendo sempre qualcosa di nuovo…

 

Il momento in cui scrivo è il 4 aprile 2019. Gentilina è quasi pronta, mi manca da installare un parastrappi in gomma fra trasmissione e mancione dell’asse dell’elica e cambiare il regolatore dei pannelli solari che pare difettoso. Cose di poco conto..

Tra qualche giorno Marina sarà di nuovo qui, e appena dopo arriveranno anche i bimbi con i nonni. Passeremo del tempo insieme..

Ancora non sappiamo quale sarà la nostra rotta estiva e che ci condurrà a Ottobre, alla fine dei due anni da noi preventivati di barca a vela.  Da qui in poi abbiamo alcune possibilità. Decidere di fermarsi, decidere di proseguire, decidere di dosare le due cose.

Siamo stati bene e voi tutti ci avete supportato enormemente. Non sappiamo contare quante mail e messaggi ci sono arrivati, quante persone abbiamo conosciuto virtualmente e non, quante ci hanno chiesto un consiglio su un porto, una rotta, una barca. E noi, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di rispondere a tutti, ma proprio tutti.

Il nostro stile di vita è piaciuto a tante persone e magari ha anche ispirato qualcuno. Siamo contenti di esserci stati ed aver condiviso alcuni momenti con te.

Come sai siamo arrivati alle ultime eliminatorie del Velista dell’Anno 2019. Dalla partenza del concorso fino ad oggi non avremmo mai pensato di poter arrivare così lontano in poco più di un anno e mezzo. Il vostro supporto ci ha dato modo di capire che ci siete veramente ed è tutto merito vostro se siamo ancora in gara e, a questo punto speriamo di poter vincere!

Ma qualunque sia il risultato lo dedichiamo ai nostri figli, a Valerio e Leilani. Non sempre la vita è facile, è bella o è come noi vorremmo che sia. Nella vita per raggiungere i propri sogni, qualunque essi siano, bisogna impegnarsi, qualunque cosa si faccia. Non importa quanto tempo ci vorrà. Se speso bene il tempo sembra sempre poco e, se speso male, una volta terminato sembrerà di non averlo mai avuto.

Io e Marina magari non siamo molto svegli sotto altri punti di vista ma speriamo che, come genitori, possa passare questo messaggio… “Non bisogna mollare mai.” I sogni e gli affetti sono la cosa più importante che abbiamo nella vita. E se riusciamo a realizzare anche un solo sogno possiamo dire di non aver vissuto vanamente. Fortunatamente le cose che conosciamo o che sappiamo fare non ci definiscono ma è come scegliamo di impiegare le nostre conoscenze e capacità a definirci.

 

Dunque! Bando ai sentimentalismi e torniamo alle cose terrene! E così ci siamo quasi..

Se vuoi conoscerci di persona abbiamo preso un appartamentino a Chiavari dal 3 al 5 Maggio apposta per partecipare al VELAFestival di Santa Margherita.  Il tre saremo alla serata dei campioni, il quattro gironzoleremo per gli stand e per il cinque il Giornale della Vela ha organizzato alle 16.00 un incontro a cui parteciperemo in veste di invitati!

Ti aspettiamo dunque a Santa Margherita e, se vuoi vederci sul podio, ecco il link per accordarci l’ultima volta la tua preferenza. E’ molto semplice e ci vogliono veramente tre minuti, basta cliccare sul cuore che vedrete di fianco a “Vota Adesso”. Inserisci la tua mail e clicca su Vota. Puoi farlo per tre volte usando la stessa mail. Tutto qui!

CLICCA QUI PER VOTARE VALEILA!

Un abbraccio e a presto!

Quando è che siamo felici?

Partimmo da Porto Levante il 3 Gennaio 2017, un mercoledì. Da li in poi toccammo tanti posti e tutti con gente magnifica.. Veneto, Emilia, Marche, Abruzzo, Molise, e Puglia.. tanta Puglia.. che è anche un luogo particolare per Fabio, metà delle sue radici affondano in quel terreno.

Tanta Italia e tanta gente che ha apportato moltissimo al nostro bagaglio culturale. E dico il vero quando affermo di non esserci mai sentiti ospiti. Che cosa eccezionale. Lasciammo la Puglia da Brindisi e tirammo dritto verso Corfù, poi Lepanto, il Canale di Corinto, Salamina, l’Egeo fino a Mykhonos e da li indietro fino al Mandraki Port, Kerkyra, dove tuttora stiamo eseguendo dei lavori su Gentilina, la nostra casa, la nostra bellissima Beneteau Oceanis 430. Nel frattempo  ho attraversato l’Atlantico con Thomas, un amico norvegese, da Cartagena a Gibilterra, poi Tenerife ed infine Martinica. Questo anno la nostra rotta è ancora da vedere e ancora non sappiamo se proseguire a Levante o Ponente..

Ci siamo chiesti “Quando è che siamo felici?” e la risposta è stata molto semplice… siamo felici al mare! Ed è proprio dal mare che abbiamo cominciato la nostra avventura!

 

In questo nostro viaggio che è sicuramente un viaggio di scoperta sia io che Marina vorremmo crescere come essere umani ed al contempo non solo essere presenti per i nostri bimbi, ma addirittura dargli un esempio da seguire. Abbiamo scelto la barca come mezzo per esplorare il mondo e forse per entrare a contatto con una dimensione meno terrena e più spirituale quale è la vita stessa.

 

I dubbi

Ci si sono parati davanti problemi che sembrano sempre enormi e poi una volta superati non erano così esagerati. Abbiamo passato periodi di dubbi, dai più Amletici ai meno spirituali (quale pentola porto? Eolico o Solare o tutti e due? Bandiera Italiana o Belga? O mai provato a far la pasta in rada con le onde?)

Da quando abbiamo deciso di imbarcarci in questa impresa molti ci dicono che abbiamo avuto un coraggio da leoni a voler cambiare così radicalmente le nostre vite. Coraggio.

 

Non lo so. E’ stata più un’analisi ben ponderata delle nostre rispettive vite e della qualità delle stesse.

Bisogno ascoltarsi, soprattutto in uno spazio ristretto come una barca. Bisogna fermarsi ed ascoltarsi. Questo è il coraggio che ci vuole per cambiare. Cambiare le abitudini acquisite in anni di vita “normale” ed affidarsi al proprio Io, quello che era rimasto nascosto mentre battevamo sugli smartphone e sulle tastiere, quello che ci guardava mentre eravamo sul divano a guardare la tv, quello che ci spiava mentre inesorabilmente aspettavamo inconsciamente che la giornata terminasse per riposarci sapendo che il giorno dopo saremmo ripartiti con un bel sorriso stampato in faccia, in poche parole il Bambino che da piccolo si arrampicava sugli alberi e guardava il mondo a testa in giù, e che nel suo profondo sapeva che non voleva essere grande proprio per non assomigliare agli adulti.

La cosa primaria che pochi hanno purtroppo è il tempo. Ed infatti per dedicare del tempo ai nostri figli come dovrebbe essere normale abbiamo dovuto rompere delle regole, decidere di uscire dalla vita imposta dalle nostre città e dai nostri paesi e metterci a fare praticamente i vagabondi del mare.

Tutto ciò solo per poterci dedicare  l’uno all’altra. Ora, io non so se sia giusta la nostra scelta oppure sarebbe stato meglio mantenere la nostra casetta, accumulare dei soldini per la vecchiaia e visitare il nostro amico mare un paio di settimane l’anno…ma al momento stiamo bene così.

Ciò che abbiamo scelto viene chiamato downshifting, scalare marcia, vivere la vita più lentamente. Chiunque di voi ha dei figli sa che i sabati e le domeniche sono i giorni più pregni di significato della settimana, ma anche i più faticosi. Perché se ti vuoi dedicare alle persone che ti circondano devi necessariamente prestare massima attenzione per farli sentire sicuri e protetti. Mentre nella nostra vita “normale” tale compito era affidato ai nostri lavori, alle maestre dei ragazzi, a volte ai nonni o agli zii, ora siamo noi, noi tutti intendo, che abbiamo la responsabilità in primis di noi stessi, in secondo luogo della compagna/o e dei figli.

 

Il ritmo cambia

Ogni giorno ci svegliamo e ogni giorno è differente nonostante ci troviamo sempre sulla nostra barchetta. Ci si sveglia in parte aspettandosi già qualcosa di preciso ed in parte sai già che dovrai imparare qualcosa di nuovo, che incontrerai un nuovo amico. Ci dicono che per fare la nostra strada (di cui a dir la verità siamo orgogliosi) ci vuole appena qualche giorno di macchina, se non qualche ora di aereo. E’ vero, ma noi, dato che non abbiamo una meta precisa, non abbiamo fretta di arrivare da nessuna parte. Finalmente non siamo turisti ma per una volta nella vita siamo veri viaggiatori, preoccupati dal meteo e non dal tempo.

Ci siamo voluti concedere questa possibilità, a prescindere da tutto.

Mi viene in mente il Conte di Montecristo, non il libro, bensì il film interpretato da Gerard Depardieu. Quando arriva nuotando sull’isola e scava trovando il tesoro promesso dall’abate Faria, il suo mentore della cella a fianco alla sua nel Castello d’If.

Il nostro tesoro non saranno gemme preziose, dobloni d’oro o gioielli ma qualcosa di intangibile eppure molto più prezioso.

 

Nella vita ci si danno degli obiettivi e si cerca di mantenerli. Del tipo “…quest’anno smetto di fumare… quest’anno voglio dimagrire… quest’anno sarà diverso!”. Beh, la nostra proposizione per l’anno in corso  era proprio smettere di vivere nel passato ed abbracciare totalmente il nuovo presente, di maniera che ogni giorno di vita fosse un giorno di vita vera, facendo in modo che essi non passassero tutti uguali e che non diventassero un limite per la nostra crescita.

Possiamo dire di non avere più quella sensazione maledetta che ti fa pensare “E un altro anno è passato e siamo ancora qui…”, insomma, nonostante il lasso di tempo sia lo stesso non abbiamo la sensazione di esserci fregati ancora un volta!

E, nonostante le difficoltà incontrate (…non è che tutti i giorni sia una festa…) siamo cresciuti come genitori, e arricchiti di esperienze che non avremmo mai potuto fare se ci fossimo accontentati della vita precedente.

Siamo rinati, ed il nostro nuovo Io nasce sul mare, e sul mare, in grazia di Poseidone, Nettuno, Kanaloa, Olokun o chi per lui, vuole continuare ad esistere.

 

Cosa si impara?

Personalmente mi sono accorto che circa l’80% di ciò che ho imparato in tutta la mia vita non è servito praticamente a nulla. Ho dovuto reinventarmi ed imparare giornalmente a muovermi in questo nuovo ambiente marino, fatto di acqua e vento, ma anche di motori, cavi, cime, vele e vetroresina.

Gentilina è stata ed è un’amate gelosa, e si impara veramente un pò di tutto, non cose che potrebbe servire in teoria, solo argomenti che servono veramente.

 

Abbiamo preso bonacce, tempeste da 70 nodi, abbiamo preso onde di 5 metri, abbiamo strappato vele, rotto attrezzature, incrinato metalli. Abbiamo fatto errori madornali. In poche parole abbiamo imparato a fidarci della barca. E’ solida, è una barca a tutta prova, ed è quasi trenta anni che è in mare. Ci consideriamo audaci, e la fortuna aiuta gli audaci.

Personalmente  io ho imparato a fidarmi di Marina, che oltre ad essere mamma e fidanzata, sta diventando una marinaia ardita. Insomma, è una femmina con la F maiuscola. In situazioni al limite decidiamo cosa fare in un istante e poi solo azione. Abbiamo passato momenti magici al tramonto insieme e momenti terribili sferzati dal vento e dall’acqua.

Lo stesso posso dire per i ragazzi, il nostro equipaggio. Valerio è cresciuto più un anno in barca che cinque a Novara. Sa cosa fare e come farlo al momento giusto. E’ un ragazzo che conosce cose che in città sono impossibili da imparare.

Leilani ha praticamente passato metà della sua vita cosciente sulla barca. Basta dire che dopo l’ultima tempesta, noi bagnati e distrutti, salta fuori dalla camera (dopo aver visto la testa d’albero di Gentilina a due metri dall’acqua…) e con la sua vocina ci guarda e dice “Mamma, ho fame. Quando si mangia?”

I nostri gatti sono vivi e sono più contenti dell’appartamento di prima. Pacho è diventato un gattone esploratore e Vicky protegge la sua Gentilina dagli altri animali.

Al di la della decisione di partire in se abbiamo scelto di raccogliere tutte le nostre esperienze in www.valeila.com  principalmente per creare un video libro, chiamiamolo così, di memorie. Sarà bellissimo tra venti o trenta anni riguardare i nostri video e leggere i nostri articoli con relativi commenti. E vedere i nostri figli e nipoti che guardano cosa facevano fare ai loro genitori il nonno e la nonna.. una video testimonianza di come eravamo o come siamo stati.

 

E adesso che si fa?

Organizza la tua vita in maniera da arrivare ad un punto in cui saprai di essere felice e che tutto il tempo che hai impiegato per essere lì non lo hai speso vanamente. La strada da percorrere è un senso unico e finisce nella stessa modo per tutti noi, perché voler arrivare alla fine della strada senza voler provare ad essere felici?

Abbiamo scoperto che se svegliandoti decidi che la giornata sarà una bel giorno per vivere essa sarà proprio così e se invece penserai che quel giorno non valga la pena viverlo sarà ancora così. Siamo causativi.

Abbiamo immaginato che la salvezza del mondo passi attraverso la preservazione di ciò che ci circonda, che la Natura è sempre stata li per noi e così deve continuare ad essere, ma noi uomini da quell’orecchio siamo ancora sordi nonostante la Terra, esattamente come una madre amorevole, continui a darci molto più di ciò di cui abbiamo realmente bisogno…

 

In mare più che in ogni altro posto, ti poni delle domande, e le risposte che ti dai non sempre piacciono ma la verità probabilmente non deve piacere, anzi spesso la verità ci fa sentire inermi di fronte a cose che forse non capiamo nemmeno del tutto. Oltre il vedere ed oltre il sentire esiste una verità più profonda, che anche le antiche popolazioni terrestri cercavano, la verità della percezione. L’amore è una manifestazione profonda che non possiamo capire ma solo percepire come forza che sulle prime atterisce e che ti solleva e a volte ti lancia negli abissi più bui.

Spesso capita che il prezzo da pagare per conoscere verità della percezione come l’amore sia molto più alto di quello che saremmo disposti a corrispondere ma questo è quanto. Non sempre la verità è bella, è buona o ci fa bene, il mondo è pieno di verità schifose che non si possono sopportare. Alcune verità possono essere solo condivise tra persona e persona e forse, dico solo forse, per migliorare le nostre vite bisogna cominciare dal conoscere se stessi e cercare di capire gli altri, in fondo siamo tutti similari e le nostre domande sono le stesse. Credo che sia indispensabile amare il nostro pianeta ad esempio, ne va del nostro futuro come specie. È impossibile per noi vivere solo nel presente come stiamo facendo ora, peggio ancora c’è gente che vive solo nel passato. È il momento di pensare al nostro futuro, e il futuro come tutte le cose importanti dobbiamo guadagnarlo e costruirlo giorno dopo giorno. L’amore deve essere guadagnato, la verità deve essere guadagnata, la nostra umanità deve essere guadagnata. Solo così possiamo sperare di passare al gradino successivo dell’evoluzione..

Il futuro non dipende da ciò che faremo domani ma da ciò che faremo oggi. Domani per quel che ne sappiamo potremo essere morti o chi sa che altro. Siate positivi come i bimbi e la causatività vi porterà il meglio. Essere positivi è il primo passo per il cambiamento.

Tanti ci chiedono come abbiamo fatto a mollare tutto e partire. La risposta e sempre la stessa; quando capisci che la tua vita è una allora il tuo cervello comincia a lavorare in una sola direzione, quella del benessere. Vuoi stare bene e vuoi che la tua famiglia stia bene. E ciò basta per decidere cosa vuoi fare, che sia partire o cambiare vita rimanendo nello stesso posto in cui sei ora.

La vita è relativa, fate quello che più vi piace il più spesso possibile e se ancora non sapete cosa vi rende felici non smettete di provare.

 

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Un abbraccio dalla Valeila Crew!

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5 Superstizioni del Mare

In questo nuovo video in collaborazione con GlobeSailor Italia vogliamo approfondire alcune tra le più grandi paure che gli antichi marinai ci hanno trasmesso! La navigazione è una delle arti più antiche del mondo e quindi le superstizioni sono innumerevoli! Alcune di esse fanno ancora parte della vita odierna su tantissime navi sparse in giro per il mondo!

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AGGIORNAMENTO VELISTA DELL’ANNO 2019

Ciao a tutti!
 
Siamo alla seconda fase del Velista dell’Anno 2019! Siamo felici di essere qui e vogliamo ringraziarvi per il grande supporto che ci state dando.
Posso dire che siamo veramente entusiasti di avere così tanti amici che caldeggiano per noi!
 
Fin dall’inizio non sapevamo cosa aspettarci ma ora che siamo in ballo vogliamo vedere fino a dove possiamo arrivare insieme.
 
Questa seconda fase terminerà il 14 Marzo alle ore 12.00
Fino a quel giorno chiunque potrà votare fino a tre volte con la stessa mail.
 
Abbiamo già raccolto 300 voti solo nella prima giornata di votazione! Grazie!
 
Chiunque voglia aiutarci può votare cliccando sul’immagine sottostante e condividere questo articolo su Facebook!
Grazie!
 

 

 

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Seconda fase Velista dell’Anno 2019

Oggi riaprono le votazioni per il Velista dell’Anno 2019 su Giornale della Vela e recenti avvenimenti ci portano a ragionare su come misurarci rispetto a questa candidatura…Per parte nostra  non ci sentiamo (nemmeno se dovessimo vincere..) di essere i velisti migliori dell’anno.. caspita.. fino a 3 anni fa non eravamo in grado di gestire in sicurezza neanche un Optimist 🙂

Questo è un gioco che riunisce le persone e la passione per la vela. Punto.

È l’occasione per rimanere insieme è riunire persone con la stessa passione per il mare e la natura. Ci sono tanti tipi di velisti e nessuno è migliore dell’altro. Per noi i social sono un bel mezzo per diffondere l’amore per il mare e la natura, senza imporsi a nessuno
E anche questo evento bellissimo organizzato dal Giornale della Vela è semplicemente un modo per riunire e avvicinare tutti coloro che condividono questa grande passione!

La vita è un gioco.. non bisogna prendersi troppo sul serio!

Ps. giusto per non imporsi a nessuno andate a votare QUI o nel link in basso, schiacciate il cuoricino e potrete votare tre volte inserendo la stessa mail  Fate girare la voce!

Non vediamo l’ora di incontrare tutti di persona al Vela Festival il 2-3-4-5 Maggio 2019 a Santa Margherita Ligure!

Un grande abbraccio a tutti 🙂

 

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