La nebulosa di Orione si leva tutte le notti appena dietro la barca a sinistra. Al momento in cui scrivo siamo a 177 miglia nautiche da Tenerife, non proprio in mezzo all’oceano Atlantico ma abbastanza da non vedere più terra da circa 5 giorni. I venti ci hanno sfavorito e solo ora cominciano a spirare in una direzione costante che possiamo utilizzare. La “Be Free” fa del suo meglio con questi venti leggeri. Siamo partiti martedì 27 novembre, ora è domenica 2 dicembre. Abbiamo passato Gibilterra, siamo usciti in oceano e stiamo passando davanti al Marocco. La temperatura comincia a salire. Il tempo è incerto, così abbiamo visto acqua piatta, increspata, di tutti i colori e nuvole basse, alte, bianche, rosa, grigie e nere..
Abbiamo anche incontrato tantissimi delfini, tartarughe, pesci volanti e qualche spada.
Il mio primo incontro con l’oceano è coinvolgimento totale.. Onde lunghissime, masse d’acqua lucida che alzano la barca da una collina ad un’altra, la barca arranca in salita e si tuffa in discesa. L’odore che penetra nelle narici è sano, puro. Le sensazioni variano a seconda della giornata e l’unica cosa che aspettiamo è il vento. Alcune cose sono indescrivibili e private e rimarranno per sempre dentro di me.
Oltre a me l’equipaggio si compone di Thomas, l’armatore della barca, e due amici Norvegesi imbarcati a Gibilterra, Eirik e Krister, entrambi velisti ed appassionati. Eirik ha portato la sua barca da Missolongi, Grecia, fino quasi ad Oslo e Krister, oltre a possedere un negozio nautico crea prototipi di powerboat. Comunichiamo in inglese, anche se mi piace imparare nuove frasi nella loro lingua madre.
Al momento di mangiare facciamo a gara per chi cucina il piatto migliore.. ieri ho assaggiato lo stufato di renna e, devo dire, buonissimo! Ma anche io mi difendo bene con Tapulon, salame della Duja e gorgonzola!
Ho appena preso possesso del ponte della barca rilevando Eirik per il turno delle 02.00am. Questo è un aspetto della vita in barca che bisogna mettere realmente in conto. La fiducia. La fiducia nell’equipaggio è fondamentale. Una volta smontati dal turno ed una volta sotto coperta ci si deve fidare ciecamente del compagno che si accinge al proprio lavoro notturno. Qui fuori possono esserci grosse navi senza sistemi come l’AIS e quindi l’unica maniera di avvistarle è tramite il radar o la propria vista. Quanti di noi metterebbero la propria vita in mano a qualcuno di cui non ci si fida? Questo è un punto a favore della mia teoria sulla popolazione del mare.. qui fuori non ci sono nazionalità o passaporti ma solo amici che condividono e amano lo stesso ambiente..
Il buio è pressoché totale, la luna non arriva ancora e comunque c’è qualche nuvola che vela anche le stelle quindi il lavoro è relativamente semplice. Controllo che il Genoa non sbatacchi troppo nel poco vento che abbiamo, controllo la mappa e la rotta e che il radar non restituisca eco di navi o tempeste. Ogni tanto il sonar lancia il suo allarme, qualche delfino o qualche squalo curioso arriva sotto la barca a controllare che tutto sia in ordine..
La prima regola di una barca è semplice, non cadere fuori bordo. Se cadi fuori bordo di notte sei morto, quindi se sono necessarie operazioni sul ponte si fanno sempre assicurati alla barca con la propria cintura.
Non sono riuscito a dormire, troppe onde inclinano violentemente la barca. A volte cercare di dormire è come volersi addormentare sulle montagna russe.
La “Be Free” intanto sta lasciando dietro di se un scia bioluminescente di Krill e meduse..
E ieri notte, verso le quattro, è stato allestito dalla natura uno degli spettacoli più belli a cui abbia mai assistito.. Mentre stiamo procedendo a vela noto qualcosa di lunghissimo che nuota nelle onde dietro di me, che sono nel pozzetto per il mio turno. Sulle prime non ho capito cosa fosse questa scia luminosa ma poi, le scie sono diventate tre, quattro, dieci, venti! E poi ho riconosciuto il loro ticchettio tipico.. I Delfini! O meglio, muovendo il Krill si intuiva la loro forma coperta di polvere di stelle che saltava fuori dall’acqua, correva sotto e a fianco della barca. Delfini come comete luminose appena al di sotto del mare e sopra di noi la via lattea in tutto il suo splendore.. qualcosa di così bello che mi ha commosso e nel buio ho sentito i miei occhi gonfiarsi. Qualcosa di così magico a beneficio solo mio..
Qui fuori più che in ogni altro posto, mi pongo delle domande, e le risposte che mi do non sempre mi piacciono ma la verità probabilmente non deve piacere, anzi spesso la verità ci fa sentire inermi di fronte a cose che forse non capiamo nemmeno del tutto. Oltre il vedere ed oltre il sentire esiste una verità più profonda, che anche le antiche popolazioni terrestri cercavano, la verità della percezione. L’amore è una manifestazione profonda che non possiamo capire ma solo percepire come forza che sulle prime atterisce e che ti solleva e a volte ti lancia negli abissi più bui.
Spesso capita che il prezzo da pagare per conoscere verità della percezione come l’amore sia molto più alto di quello che saremmo disposti a corrispondere ma questo è quanto. Non sempre la verità è bella, è buona o ci fa bene, il mondo è pieno di verità schifose che non si possono sopportare. Alcune verità possono essere solo condivise tra persona e persona e forse, dico solo forse, per migliorare le nostre vite bisogna cominciare dal conoscere se stessi e cercare di capire gli altri, in fondo siamo tutti similari e le nostre domande sono le stesse. Credo che sia indispensabile amare il nostro pianeta ad esempio, ne va del nostro futuro come specie. È impossibile per noi vivere solo nel presente come stiamo facendo ora, peggio ancora c’è gente che vive solo nel passato. È il momento di pensare al nostro futuro, e il futuro come tutte le cose importanti dobbiamo guadagnarlo e costruirlo giorno dopo giorno. L’amore deve essere guadagnato, la verità deve essere guadagnata, la nostra umanità deve essere guadagnata. Solo così possiamo sperare di passare al gradino successivo dell’evoluzione..
Il mio turno è quasi finito, un eco sul radar rivela una nave a più di venti miglia, la luna ancora non si vede e quindi, come si dice, siamo ancora in pitch black.
Questo viaggio si sta rivelando principalmente un’esplorazione dentro me stesso, aiutato dalla calma dell’oceano e dalla bellezza della natura.
Le grandi scoperte sono spesso frutto di nuove esplorazioni e l’uomo mai come ora ha bisogno di nuove scoperte per credere in se stesso. Esplorare è la chiave, non possiamo vivere senza scoprire e scoprirci. Mai come ora abbiamo bisogno di nuovi orizzonti, nuovi mari, nuovi pianeti e nuove emozioni!
Ciao Fabio,
ho letto con moltissimo interesse e anche un pò di invidia 🙂 questo Tuo post!
bellissimo anche per i sentimenti che trasmette! complimenti per questa Tua bellissima impresa.
Ti seguirò in questa impresa anche se solo tramite i Tuoi post quindi mi raccomando metticela tutta per farmi fare un bel viaggio!
Buon Vento e buona traversata!
Claudio
PS sono un grande Amico di Carletto di Novara…velista anche io con un bel Bavarione !!
Ciao Claudio! Farò del mio meglio! Un grande abbraccio! Ora sono su un bavaria 55
come ti trovi con il Bav 55? io ho un 50 del 2011 e sono molto contento!
Molto veloce e maneggevole, tiene bene in ogni cpndizione
Una parte di me, leggendoti, è come se fosse partita con voi da Gibilterra. Pur nella mia minuscola esperienza concordo: le emozioni che la natura e il mare ti regalano ti sfidano… a questionare te stesso, ad avere fiducia, a misurarti, a saper godere del bello.
Buon vento (è proprio il caso di dirlo mi pare di aver capito) e al prossimo post,
Nora
È vero Nora, la natura ci sprona sempre. Un abbraccio
Ciao Fabio , bello il tuo racconto , belle sensazioni !
Mare , vento , natura , cielo , i silenzi , tutto emozionante !
Ti seguo , cerco di mandarti anche un po’ di vento , qui a nord del Portogallo sempre abbondante , ma voi siete più a sud .
Spero arrivi pure lì !!!
Un abbraccio !!!!
Va la che anche tu ne avresti da raccontare! E un giorno ci racconterai! Un abbraccio Francesco!
Bellissimo aspetta che vado in pensione e poi vi raggiungo
Ho vissuto personalmente,nel mare di Alboran, la stessa tua esperienza notturna delle scie luminose, fosforescenti, lasciate de un branco di delfini che accompagnavano la mia barca diretta a Gibilterra. E’ qualcosa che non si può descrivere, un’emozione pazzesca che non si può trasmettere perché appartiene alla sfera dell’anima. Grazie per avermela fatta rivivere e buon vento.
Giorgio
Si, i delfini notturni sono stai uno spettacolo pieno di significato!